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44.700 , 7.0924

2022 m s.l.m.

652 km

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PIAN DEL RE

Sgorga da un masso un rigagnolo d’acqua, più piccolo del previsto: è il fiume Po che nasce tra le valli del Monviso, a una quota di 2022 m.

La sorgente irriconoscibile >

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OSTANA

Attorno al Po nascono anche piccole comunità, come gli occitani, abitanti di uno dei borghi più belli d'Italia che tramandano l’antica lingua d’oc.

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TORINO

Elisa Palazzi, docente di Fisica del Clima a Torino, spiega nel podcast “L’ultima goccia” di Chora Media i possibili effetti del cambiamento climatico sulle Alpi e la sorgente del fiume.

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CANDIA LOMELLINA

Le scarse precipitazioni e le alte temperature influenzano e minacciano le coltivazioni di riso locali e gli splendidi paesaggi della Lomellina.

Il mare a quadretti >

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GRANDI LAGHI

Dai Grandi Laghi prealpini dipartono i principali affluenti del Po, per questo motivo infatti, oltre ai ghiacciai, questi costituiscono una importante riserva d’acqua per il Distretto del grande fiume.

Una riserva sottocontrollo >

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MEZZANINO

Qui il Ticino si unisce al Po e, come racconta Gianni Brera, la loro unione dà origine al percorso sinuoso del fiume, un “inquieto serpentone dalle larghe ed inutili spire”.

Il pi greco >

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PIACENZA

Negli ultimi due anni la portata d’acqua ha raggiunto il minimo storico, lasciando intravedere sempre più zone di terreno pericolosamente aride.

Le isole del fiume >

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CREMONA

Anche qui la siccità ha un forte impatto sul territorio: la portata del Po, in continua diminuzione, influisce sull’ecosistema, l’economia e le attività irrigue.

Una situazione critica >

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BORETTO

I Bollettini dell’ADBPO classificano gli ultimi valori del 2022 come siccità estrema, ma l’improvviso alluvione di maggio 2023 sembra riportare i valori nella norma.

Una calma apparente >

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GUASTALLA

La scarsità d’acqua influenza anche le attività economiche del Distretto del fiume: sentiamo le parole di Marco Prandi, allevatore delle vacche rosse, specie utilizzata per la produzione del Parmigiano Reggiano.

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PONTELAGOSCURO

Un fenomeno poco conosciuto minaccia l’intero ecosistema biologico ed economico del territorio: la risalita del cuneo salino, ovvero l’intrusione dell’acqua salata nell’entroterra.

Un pericoloso intruso >

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DELTA DEL PO

Qui il grande fiume termina il suo percorso e si unisce al mare, il panorama caratteristico del Delta però è messo a rischio da un effetto domino causato dalla siccità.

Effetto domino >

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FERRARA

La risalita del cuneo salino non può essere ignorata: un’installazione per sensibilizzare gli abitanti locali e far aumentare la consapevolezza su un fenomeno pericoloso e invisibile.

Il Po ha sete >

PIAN DEL RE

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LA SORGENTE È
IRRICONOSCIBILE

 Fonte: La Repubblica
     Video di: Niccolò Lupone

A Pian del Re, sotto il Monviso, a poco più di duemila metri di altitudine, una roccia indica il punto in cui nasce il Po, il più lungo fiume italiano. Le acque che arrivano dai ghiacciai confluiscono in un piccolo torrente che, scendendo verso valle, diventa mano a mano più grande. La mancanza di precipitazioni nevose, che fino ad oggi hanno caratterizzato questo inverno, rendono evidente quello che si ripercuote più in basso, dove la siccità rischia di mettere a dura prova il settore agricolo e non solo. Camminando lungo il letto del torrente si sente il rumore dell'acqua che scorre nel sottosuolo, piccoli rivoli emergono tra le rocce, tutto attorno qualche sparuto cumulo di neve e niente più. Un paesaggio insolito per questo periodo dell'anno a questa altitudine.

La montagna è senza neve. Come un uomo che invecchia, ma per colpa dell’uomo.

CANDIA LOMELLINA

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LA SCOMPARSA DEL
MARE A QUADRETTI

risaie-candia-lomellina

↑  Foto:
     Copyright © 2016,
     Andrea Cherci
     (@cherchiandrea)
     on Twitter

Un panorama meraviglioso, romantico al tramonto e nelle stagioni di fioritura: si tratta delle risaie che vengono allagate tra Monferrato, Lomellina e vercellese, dopo essere state arate e concimate. Sebbene la risaia tradizionale necessiti di grandi quantitativi di acqua per fruttare, si inserisce in un sistema di scambio continuo con la natura, che non spreca, ma ricicla costantemente la risorsa idrica, attraverso una fitta combinazione di canali e falde sotterranee. Ogni ‘camera’ – ovvero lo spazio di una risaia – comunica con le altre di argine in argine, così da consentire il lento fluire dell’acqua: i germogli di riso restano così in immersione per oltre un mese per difendersi dagli sbalzi di temperatura e dar vita alle piantine che arriveranno a maturazione a fine estate.

←  Suoni e colori del riso,
     un Video di Riseria Ferron.

Le risaie vengono allagate tramite un meccanismo di stoccaggio dell’acqua in falda, generato all’inizio della primavera, che è direttamente collegato ai livelli idrici del Po. Esso assorbe come una spugna l’acqua durante il periodo dell’allagamento e la cede, in falda, al Po, garantendo l’agricoltura lungo la sua fascia fluviale. Il problema della siccità coinvolge anche questo ramo della Valle del Fiume: non avendo a disposizione acqua in modo continuativo, bisogna ripensare i metodi tradizionali di coltivazione di riso e, d’altra parte, diminuisce sempre di più l’apporto d’acqua dalle risaie al Po.

“ La prima bagnatura è sempre quella più difficile.

La prima bagnatura è sempre quella più difficile: però piano piano ci va pazienza e tempo, soprattutto quest’anno, è il 16 luglio ed è assurdo pensare di iniziare a bagnare un campo il 16 di luglio. Questa è la prima acqua che vede, poi praticamente dall’8 di dicembre ha piovuto qualche volta, ma mai da bagnare, ha fatto un temporale all’inizio di maggio, un temporale a fine giugno, ma pochissima roba, da bagnare mai e non è mai successa una cosa del genere.

“ Il seme poi si bagna, la risaia si allaga...

L’acqua viene dall’ingresso del campo, c’è una bocchetta di entrata per l’acqua ed è sempre del roggione, viene canalizzata attraverso una complicatissima rete di fossi che si diramano per tutto il paese ed è una cosa molto complessa ma anche molto affascinante perché si vede il lavoro fatto nel corso degli anni per garantire l’irrigazione ai campi e tutto questo sistema di invasi garantisce in anni normali la presenza di acqua per irrigare le risaie.

“ L’ipotesi peggiore è l’abbandono del riso...

non su tutte le superfici, ma su una buona parte delle superfici aziendali, ad esempio io penso tranquillamente in metà della mia azienda di abbandonare il riso, abbandonarlo perché invece che ricreare situazioni di difficoltà nel bagnare che poi si tramutano in difficoltà nel crescere quindi minore resa, difficoltà nel controllare le infestanti, poi costi, perché alla fine sono soprattutto poi quelli. Si pensa anche di abbandonare il riso in tante zone, a favore di colture invernali che possono essere il grano, l’orzo…

CRISTIANO CARTURAN /
Imprenditore / Azienda agricola “La Furnàs”

↑  Citazioni: “L’ultima goccia – Viaggio lungo il Po”. Un podcast di Chora Media promosso dal Gruppo Hera.

GRANDI LAGHI

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UNA RISERVA
SOTTO CONTROLLO

I grandi laghi lombardi regolano circa 16.000 Km2 del bacino del Po (Carta Ittica del Fiume Po), ossia circa un quinto dell’intera superficie del distretto. I Fiumi che li attraversano scendendo a valle hanno un ruolo fondamentale per il Po, poiché versano nelle sue acque arricchendone la portata. Per questo motivo, i Laghi fungono da riserva d’acqua fondamentale per il Fiume, ma se a causa della siccità il loro volume decresce, i giacimenti di risorse idriche immagazzinati risultano carenti.

La quantità d’acqua infatti è inferiore rispetto alla media storica: questo costituisce una delle principali cause della magra invernale del fiume, fenomeno considerato da Meuccio Berselli – Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po – come un "campanello d’allarme in termini di acqua da prelevare in un prossimo futuro per l’agricoltura”: la stagione irrigua, infatti, negli ultimi anni è partita sempre più in anticipo proprio a causa della prolungata siccità scaturita dalle conseguenze della situazione climatica.

Info su:

lago-maggiore

↑  Photo by SlimMars 13 from Pexels.com

LAGO MAGGIORE

LAGO DI COMO

LAGO D'ISEO

LAGO DI GARDA

REGIONI /

Piemonte, Lombardia, Ticino

SUPERFICIE /

212 km2

VOLUME /

37 km3

PROFONDIÀ MASSIMA /

372 m

PROFONDITÀ MEDIA /

200 m

IMMISSARI /

Ticino, Maggia, Toce, Tresa

EMISSARI /

Ticino

Come è cambiata l'altezza idrometrica del Lago Maggiore nel triennio 2021-2023

L’altezza idrometrica di un lago è la misura dell’altezza del suo livello d’acqua, rispetto ad un punto di riferimento convenzionale. Serve a indicare la quantità d’acqua presente nel bacino, ed è essenziale per monitorare la disponibilità di risorse idriche per garantirne un uso efficiente.

Nel grafico vengono visualizzate le diverse altezze medie mensili del Lago Maggiore nel triennio 2021-2023, da confrontarsi con i livelli massimi e minimi storici relativi al periodo 1946-2022. Pur rimanendo sempre sopra la minima storica, i valori più bassi dell’altezza idrometrica risultano essere quelli relativi al 2022, in cui la media mensile rasenta lo zero idrometrico e tocca il picco del minimo storico durante il mese di giugno.

↑  Dataset e guida alla lettura: Enti Regolatori dei Grandi Laghi

Come è cambiata la portata erogata del Lago Maggiore nel triennio 2021-2023

La portata erogata di un Lago viene calcolata da un'altezza misurata sul fiume a valle, correlata con una scala di portata (o deflusso).

I grafici mettono in correlazione la portata erogata e i livelli minimi di erogazione registrati negli anni 1946-2022 per il Lago Maggiore, per mettere in evidenza la quantità di acqua erogata rispetto ai minimi storici. I valori di portata erogata del Lago Maggiore nel 2022 tendono ad avvicinarsi ai minimi storici in particolare nei mesi di febbraio e marzo, ma in generale risultano bassi per tutto l’arco annuale. Anche nel 2023 si registrano valori vicini ai minimi storici soprattutto nei mesi gennaio-marzo, mentre ad aprile scendono al di sotto dei minimi storici. In crescita invece i valori di giugno.

↑  Dataset e guida alla lettura: Enti Regolatori dei Grandi Laghi

MEZZANINO

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IL PI GRECO

Come un “dio capriccioso” (Gianni Brera, Patrum Padum, 1963), il Po a Mezzanino inizia il suo corso irregolare. Numerose sono le interpretazioni della cosiddetta sinuosità dei Fiumi, compreso il Po, che si interrogano sul rapporto tra mondo naturale e natura umana: il risultato, è un interessante connubio tra scienza e poesia, razionale e irrazionale, che ispira alcuni testi letterari di fine Novecento. La sinuosità di un fiume si calcola tenendo in considerazione la lunghezza effettiva di un fiume, dalla fonte alla foce, e la lunghezza del percorso diretto tra questi due punti e, secondo studi condotti nel Novecento, la media di sinuosità di tutti i fiumi del mondo è di circa 3,14, approssimazione di Pi greco.

“ Il Po è un sacramento di fiume incostante e capriccioso

Nasce dal Monviso da un antro che pare giusto la matrice d’un animale mostruoso; arriva a Saluzzo e prende bruscamente a salire verso Torino: qui aggira nuove colline e riceve le Dore, mettendosi a correre sbadato da un sabbione all’altro. Diventa un po’ più rispettabile ricevendo il Ticino, la cui parte cerulea si distingue dal resto per una buona ventina di chilometri. […] Dopo l’amplesso con il Ticino Padre Po rincoglionisce letteralmente e assume l’aspetto di un inquieto serpentone dalle larghe ed inutili spire: che cosa succede in effetti?

Questo: che da vero vagabondo ubriaco si butta ora contro una riva ora contro un’altra: se trova molle corrode e porta via; se trova duro […] il filo di corrente piega con un largo giro contro la riva opposta e si scava un nuovo letto abbandonando quello precedente: ma qui, per una stranezza che gli è propria, Po si lascia dietro fondali bassi che fanno mollente e paiono larghi: queste morte si chiamano lanche […] Certo il Po è ozioso di troppe anse inutili; filasse dritto sarebbe poco più lungo della sua metà.

GIANNI BRERA    /    PATRUM PADUM    /    1963

“ C’è qualcosa di assurdo in tutte quelle curve...

come se fosse una cosa obbligatoria, una specie di regola uguale per tutti, che è una cosa da non credere, veramente, pazzesca, ma è quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, e dico tutti, alla fine, navigano per una strada tre volte più lunga del necessario, anzi per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco [...]

ALESSANDRO BARICCO    /    CITY    /    1999

“ C’è una regola per loro, vuoi che non ci sia per noi?

il meno che ti puoi aspettare è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall’altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare diritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benché indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza perché in realtà è semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura...

ALESSANDRO BARICCO    /    CITY    /    1999

“ Il rapporto è circa 3,14

Nel caso dei fiumi, pi greco è il risultato di una battaglia tra l’ordine e il caos. Einstein fu il primo a suggerire che i fiumi tendono a seguire un percorso sempre più tortuoso perché la corrente, essendo più veloce sulla parte esterna di una curva, produce un’erosione maggiore sulla sponda corrispondente, così che la curvatura in quel punto aumenta. Più accentuata è la curvatura, più forte è la corrente sulla sponda esterna e di conseguenza maggiore è l’erosione. […] L’equilibrio tra questi due fattori opposti conduce a un rapporto medio che vale pi greco tra l’effettiva distanza in linea retta tra la sorgente e la foce.

SIMON SINGH    /    FERMAT'S LAST THEOREM    /    1997

PIACENZA

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LE ISOLE DEL FIUME

↑  Fonte:
     The European
     Space Agency

      modified Copernicus Sentinel
      data (2020-22), processed by
      ESA, CC BY-SA 3.0 IGO

La ripresa fatta dal satellite Sentinel-2 di Copernicus – il programma di osservazione gestito dall’ESA e dalla Commissione Europea – mostra chiaramente il calo della portata idrica del Po. La stessa porzione di fiume viene confrontata, durante la metà di giugno, nel triennio 2020 - 2022. Dalle immagini è evidente come la continua siccità sta formando delle vere e proprie spiagge lungo gli argini. Dove una volta il Po sarebbe arrivato sopra le nostre teste, ad oggi rimane solamente una distesa arida: il letto del fiume in alcune zone è diventato completamente asciutto, arrivando a -3.3 metri rispetto lo zero idrometrico. La mancanza d’acqua tipica del periodo estivo è diventata un fenomeno comune già nei primi mesi dell’anno. Luigi Bisi, presidente del Consorzio di Bonifica, è sconcertato raccontando il record negativo che il fiume più lungo d'Italia sta facendo registrare questo inverno: “al termine della stagione invernale la portata normale del fiume sarebbe di 1.000 metri cubi al secondo, ma si aggira sui 300 metri cubi al secondo”.

Come è cambiata la portata giornaliera del fiume Po a Piacenza nel triennio 2021-2023

Il Grafico mostra i livelli di portata media giornaliera (m3/s) del Po che vanno da un livello minimo (125.8 m3/s) a un livello massimo di portata (3613.2 m3/s), tramite una stazione di rilevamento posta nei pressi di Piacenza. Nel 2021 vengono registrati dei picchi molto alti (tratti più scuri) nel mese di gennaio e nel mese di ottobre, ma è preoccupante l’avvicinamento alla soglia minima di 125.8 m3/s (tratti più chiari) durante tutto l’arco annuale.

↑  Dataset: Arpae Emilia Romagna

←  Fonte: euronews.com
     Video di: AP Photo

CREMONA

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UNA SITUAZIONE CRITICA

↑  Dataset: Arpae Emilia Romagna

13 aprile 2023: da una seduta dell’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici, presso l’Autorità Distrettuale del Fiume Po insieme ai partner istituzionali e stakeholders, emergono degli indicatori che non mostrano un miglioramento rispetto alla situazione climatica dei primi mesi dell’anno, e neanche rispetto al 2022. Il problema fondamentale sono le scarse precipitazioni, che si sono rivelate poco significative rispetto all’incidenza sui deflussi nel Po. Il risultato è la continua diminuzione della portata del Fiume a partire da Piacenza, che mette in allarme non solo la conservazione dell’ecosistema biologico del Fiume, ma anche la gestione della risorsa idrica da parte delle attività agricole. Ne parla Alessandro Bratti, Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, auspicandosi di individuare la strategia di adattamento al cambiamento climatico più adeguata nel medio-lungo termine.

Come è cambiata la portata media mensile del fiume Po a Cremona dal 2000 al 2023

↑  Dataset: Arpae Emilia Romagna

←  Fonte: Autorità Distrettuale
     Fiume Po (ADBPo) -
     Osservatorio Crisi Idriche,
     Bratti: Siccità peggiorata
     nel Distretto del Po,
     13/04/2023

BORETTO

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UNA CALMA APPARENTE

Come è cambiata la portata giornaliera del fiume Po a Boretto nel triennio 2021-2023

↑  Dataset: Arpae Emilia Romagna

Stato idrologico del fiume Po a Boretto da ottobre 2022 ad aprile 2023

Il Bollettino emesso a maggio dall’Osservatorio Permanente del Fiume Po dimostra come – in seguito all’eccezionale evento alluvionale che a fine maggio ha colpito gran parte dell’Emilia-Romagna – i livelli del flusso del fiume sembrano essere tornati nella norma. Come però sottolineano i dati, effettuando un confronto con i 6 mesi precedenti si nota come in realtà la situazione siccitosa non si è totalmente risolta, questo caso eccezionale ha solo messo in pausa una condizione che perdura da mesi. C’è stato un netto cambio di scenario nel mese di maggio: “tutti i corsi d’acqua del Distretto hanno registrato riprese importanti, in molti casi superando anche i valori tipici del periodo” viene scritto nel Bollettino, e sempre riguardo le portate medie mensili si dichiara “un netto miglioramento rispetto alle condizioni idrologiche di “siccità estrema” (SFI < -3) che caratterizzavano tutte le sezioni del fiume Po a fine aprile 2023”.

↑  Fonte: Bollettino ADBPo del 25 maggio 2023

Il fragile equilibrio del bacino del fiume non può contare solamente su precipitazioni sporadiche e fenomeni eccezionali, al contrario infatti eventi simili, soprattutto quelli caratterizzati da una forte intensità, vanno ad intaccare il terreno e l’agricoltura. Il suolo arido e secco – reso tale dalla siccità meteorologica dei mesi precedenti – non è in grado di trattenere e drenare l’acqua come in condizioni normali, al contrario la respinge come una barriera, provocando così allagamenti e alluvioni. Affinché il terreno riesca ad assorbire l’acqua sarebbe necessario avere precipitazioni abbondanti, costanti e distribuite equamente durante l’anno, rendendo così il suolo umido e fertile per l’agricoltura.

←  Fonte: euronews.com
     Video di: AP Photo

PONTELAGOSCURO

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UN PERICOLOSO INTRUSO

Tra la primavera e l’estate del 2022 il Po ha raggiunto livelli record riguardo l’intrusione del cuneo salino: a giugno l’Osservatorio del fiume registrava una risalita di 30,6 km dalla costa, sino ad arrivare ai 40 km dichiarati alla fine del mese di luglio da ANBI nella zona del Ferrarese. L’assenza di piogge, le alte temperature, i prelievi ininterrotti e di conseguenza la scarsa portata del fiume hanno causato gravi deficit che favoriscono l’ingresso delle acque salmastre, provocando potenziali danni irreversibili ad agricoltura locale, habitat e biodiversità.

“ Nel 2022 il cuneo salino, in condizioni di alta marea, è stato in grado di risalire l’asta del fiume Po per oltre 40 km. ”

Questo ha creato problemi non solo all’agricoltura, ma anche agli usi civili laddove l’acqua potabile proveniva da pozzi prossimi alla costa.

ECOSCIENZA    /    SOSTENIBILITÀ E CONTROLLO AMBIENTALE    /    1/2O23

Il cuneo salino è un fenomeno naturale tipico degli ambienti costieri, in particolar modo delle foci deltizie dei fiumi. La formazione consiste principalmente nello scontro tra acqua dolce e acqua salata.Quando il fiume raggiunge il mare i due tipi di acqua si incontrano: l’acqua fluviale spinge verso il mare, quella marina spinge verso la terra. Si crea così – a causa della minor densità dell’acqua dolce rispetto quella salata – la particolare forma a cuneo, un’area di transizione tra le due masse in cui l’acqua dolce galleggia sopra quella salata del mare.Solitamente la spinta dell'acqua salata è controbilanciata da quella dell'acqua fluviale, ottenendo così una situazione di equilibrio. In caso di siccità però la spinta del fiume verso il mare è più debole a causa della scarsa portata, e quindi l'acqua salata riesce a farsi strada attraverso la falda acquifera nell’entroterra, rientrando per svariati chilometri e portando gravi conseguenze sul territorio.

Confronto tra portata media giornaliera e soglia critica per la risalita del cuneo salino

Il Grafico mostra i livelli di portata media giornaliera (m3/s) del Po nei pressi di Pontelagoscuro, da un livello minimo di 0 m3/s a un livello massimo di 3613.2 m3/s, messi a confronto con una soglia critica per la risalita del cuneo salino. Il valore di soglia, 400 m3/s, è un limite al di sotto del quale i livelli di portata garantiscono l’intrusione salina: se la portata del fiume scende al di sotto della soglia, viene dichiarato uno stato di “rischio”.


Presso la stazione di Pontelagoscuro è stata fissata una soglia limite pari a 450 m3/s, valore entro il quale la portata deve rimanere per contrastare l'intrusione di acqua salina. Come già segnalato nel 2022 però, la portata registrata durante l’estate è arrivata a un minimo mensile di 114 m3/s, un valore estremamente basso per un fiume grande come il Po, che senza forze lasciava il via libera all’ingresso del mare. La salinizzazione dell’acqua fluviale può dar vita a una lunga serie di problemi: le falde acquifere si riempiono di acqua salata, diventando quindi inutilizzabili per l’irrigazione e per l’uso potabile, e accelerando il processo di inaridimento delle zone costiere. Nei casi più severi anche gli acquedotti sono a rischio di approvvigionamento, visto che non sono strutture di norma equipaggiate con impianti di dissalazione. Ultimo, ma non per importanza, è l’impatto dell’acqua salata sulla biodiversità del Po che compromette i fragili equilibri degli ecosistemi del delta, danneggiando così flora e fauna.

↑  Dataset: Arpae Emilia Romagna

DELTA

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EFFETTO DOMINO

L’effetto domino generato dalla siccità coinvolge l’intero percorso fluviale, parte dalla Sorgente fino a investire flora, fauna e falde sotterranee in prossimità del Delta. La riduzione dell’apporto idrico proveniente dai ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare (effetti dell’aumento delle temperature), lo sfruttamento delle acque, spesso eccessivo, per uso irriguo e industriale, sono tutti fattori naturali e artificiali che stanno provocando un abbassamento del letto di magra del fiume, che non garantisce un normale deflusso nel delta.

In carenza di acqua fluviale, l’acqua proveniente dall’Adriatico, in aumento anche a causa dell’innalzamento del livello del mare, non riceve la forza contraria necessaria per essere rigettata indietro, pertanto penetra nelle falde acquifere e nelle acque superficiali. Il risultato è l’alterazione degli habitat naturali, che non solo modifica le caratteristiche biologiche delle specie che popolano il fiume, ma mette a rischio anche l’assetto socio economico dell’intera Valle.

La salinità del Delta del Po

Nella foce del Po sono posizionate delle boe con sonde multiparametriche che monitorano quotidianamente i valori chimico fisici delle acque delle diverse lagune, tra cui la salinità.

Come si può notare dai grafici sottostanti, le boe più esterne registrano valori maggiori rispetto quelle interne e in generale il Delta presenta una salinità prossima a quella del mare Adriatico. Nel 2021 inoltre si può osservare che tutte le boe hanno valori pari o al di sopra della media storica.

Confronto dei valori di salinità delle boe posizionate nel Delta

Confronto dei valori di salinità del 2021 con la media storica

↑  Dataset: Arpa Veneto, Open data “Acque di Transizione - Boe Delta del Po” Anni 2010-2021

“ Il Delta del Po è una zona molto fragile.

Oltre a considerare il gradiente di salinità, è necessario tenere in considerazione anche i tempi di esposizione degli ecosistemi al fenomeno e l’altezza dell’acqua. Queste sono le “tre dimensioni” dell’Universo-Po, che sono sempre in precario equilibrio e, pertanto, da secoli gestite artificialmente al fine di scongiurare pericoli sia per la flora e la fauna autoctone, sia per i cittadini che vivono nella Valle.

“ Attualmente non c’è una goccia d’acqua dolce che vada dove vuole...

L’acqua viene subito, scelleratamente, indirizzata verso il mare - cosa di cui adesso ci pentiamo dal momento che l’acqua dolce è un bene prezioso. D’altra parte, ci sono zone in cui risulta necessario ridurre la quantità di acqua, precisamente di umidità, per garantire la sopravvivenza ad alcune specie non abituate ad ambienti umidi. Nelle zone salmastre bisogna monitorare proprio la quantità di sale, che non deve superare i valori soglia per evitare effetti indesiderati sugli ecosistemi. La gestione è quindi molto complessa proprio perché serve mantenere un equilibrio costante, di zona in zona, evitando i picchi estremi.

MASSIMILIANO COSTA    /    DIRETTORE DEL PARCO DEL DELTA DEL PO, COMACCHIO    /    2023

↑  Fonti: appunti raccolti da una conversazione fatta con il Direttore Parco del Delta del Po

FERRARA

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IL PO HA SETE

“ La portata del fiume Po si sta esaurendo, nel 2022 la risalita del cuneo salino ha provocato l’infertilità di numerosi terreni: per 50 metri dall’argine, ancora oggi, non nasce più nulla. ”

Partendo dall’intrusione silente e invisibile del cuneo salino nelle acque dolci del Po, SOTTOSALE racconta la conseguenza estrema di questa contaminazione nascosta nella vita quotidiana, in particolar modo per quanto riguarda l’agricoltura e l’economia locale. Per questo motivo è stato scelto il mercato contadino, luogo simbolo della filiera corta, minacciato dall’avanzamento del cuneo salino: la coltivazione di frutta e verdura potrebbe essere compromessa in tutti i territori coinvolti dal fenomeno, il sale infatti rende i campi infertili.

Attraverso un’infografica posta su un piano, l’installazione illustra lo stato del fiume Po, dalla sorgente alla foce, durante il mese di giugno 2022. I dati visualizzati riguardano la portata del fiume e la risalita dell’acqua salata nell’entroterra ferrarese. Oltre ai grafici, questi dati vengono raccontati utilizzando dei bicchieri posti in corrispondenza delle stazioni di monitoraggio, collocati ad altezze differenti a seconda del livello di portata. Una volta bevuta l’acqua - dolce o salata in base alla posizione sulla mappa - i bicchieri vengono ribaltati e rivelano un fondo colorato, dal blu al bianco, che comunica il livello di salinità raggiunto nel luogo corrispondente.

L’obiettivo era quello di comunicare, attraverso un gesto spontaneo, la complessità di questo fenomeno nascosto, generando un forte impatto a livello sensoriale. La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla disponibilità dell’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, in particolare a Luca Deserti che ha supportato con molto entusiasmo l’organizzazione dell’installazione nel mercato contadino di Ferrara e a Ermes Bolzon, Presidente del Circolo Legambiente Adria - Delta del Po, per l’interesse mostrato e le informazioni fornite.

CHI SIAMO

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SOTTOSALE

Un progetto nato durante il Corso di laurea magistrale in Interaction & Experience Design dell’Università della Repubblica di San Marino. Il team è composto dagli studenti: Alice Di Francescantonio, Linda Francesca Amodeo, Marta Mezzetti e Nicolò Sinatra.

COME NASCE SOTTOSALE?

Durante il Laboratorio di Information Design, tenuto da Marco Luitprandi e Giorgio Roberto Uboldi, finalizzato all’analisi di dati e alla realizzazione di un’installazione performativa con lo scopo di comunicare chiaramente le conseguenze invisibili del cambiamento climatico.

Partendo da uno studio di dataset, articoli e materiali multimediali, SOTTOSALE affronta la tematica dell’Intrusione salina nelle acque del Po come il risultato di un effetto domino causato dall’aumento delle temperature che coinvolge l’intero percorso del fiume, dalla sorgente sino al Delta. La narrazione è strutturata come un viaggio immaginario che si pone tre obiettivi principali: * ricostruire l’identità storica e culturale del fiume;* comunicare in modo comprensibile i dati relativi alle conseguenze del cambiamento climatico su laghi, portate e salinità del Delta;* informare sul fenomeno della risalita del cuneo salino in modo chiaro e semplice, attraverso un’installazione che comunica i dati e regala un’esperienza d’impatto.

CREDITI

Il Progetto ricostruisce l’identità culturale del fiume attraverso tracce audio e trascrizioni tratte da un Podcast di Chora Media promosso dal Gruppo Hera intitolato “L’ultima goccia – Viaggio lungo il Po”, scritto da Francesca Milano e prodotto da Alex Peverengo. Daniele Marinello si è occupato delle registrazioni in presa diretta, della post produzione e del sound design. Luca Micheli ha supervisionato il suono e la musica. Aurora Ricci ha registrato in studio. Musiche su licenza di Universal Music Publishing Ricordi Srl e di Machiavelli Music. Video raccolti da: La Stampa, per l’articolo digitale “A 2000 metri dove nasce il Po, le immagini desolanti: la sorgente è irriconoscibile” con il video di Niccolò Lupone; Riseria Ferron, per il cortometraggio “Suoni e colori del Riso” con Gabriele Ferron; Euronews, video di AP Photo; l’Autorità Distrettuale del Distretto del Fiume Po (ADBPo); La7 Attualità, per la dimostrazione di Valerio Rossi Albertini sull’incapacità dei terreni estremamente aridi di assorbire acqua per il proprio sostentamento.

Testi citati e raccolti da: La Stampa; la Provincia.it; Habitante.org; l’Autorità Distrettuale Fiume Po (ADBPo); Antonio Troise, l’articolo nel blog levysoft “Il misterioso legame tra i fiumi e il Pi Greco raccontato da Alessandro Baricco e Simon Singh e speculazioni sulla soluzione di questo enigma”; Ecoscienza - Sostenibilità e controllo Ambientale, vol. 1/2O23;.

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Open data forniti da: Arpae Emilia-Romagna, Arpa Veneto, Autorità Distrettuale del Fiume Po (ADBPo), Enti regolatori dei grandi laghi

Un ringraziamento speciale all’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, in particolare a Luca Deserti che ha supportato con molto entusiasmo l’organizzazione dell’installazione nel mercato contadino di Ferrara, a Ermes Bolzon, Presidente del Circolo Legambiente Adria - Delta del Po, per l’interesse mostrato e le informazioni fornite sulle iniziative per il Delta e infine a Massimiliano Costa, Direttore del Parco regionale del Delta del Po dell'Emilia Romagna, per la disponibilità e le informazioni forniteci in una conversazione avuta a Comacchio, durante a presentazione del concorso fotografico e video a cura del Parco del Delta del Po, in collaborazione con il fotografo Milko Marchetti.

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